Curiosità sul blackjack

Articolo dedicato ad alcuni aneddoti dedicati al blackjack, in modo da rendere i giocatori e i semplici appassionati ancora più consapevoli di quello che ruota attorno al mondo dell'asso e del jack di picche.

Curiosità sul blackjack



Il blackjack è uno dei giochi più conosciuti al mondo e anche chi non ci ha mai giocato è a conoscenza di quelle che sono le regole base del gioco. Ci sono invece alcune curiosità sul blackjack che sono invece ignorate dalla più parte delle persone e spesso anche dai più assidui frequentatori dei tavoli verdi. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare questo articolo ad alcuni aneddoti dedicati al blackjack, in modo da rendere i giocatori e i semplici appassionati ancora più consapevoli di quello che ruota attorno al mondo dell'asso e del jack di picche.


Nascita e sviluppo del gioco


Il blackjack è molto antico, addirittura risalente al XVII secolo, quando in Francia comparve per la prima volta un gioco chiamato 'Vingt-et-un', ossia 21, il punteggio che i giocatori cercano di raggiungere quando giocano a blackjack. Ma come si è arrivati alla versione moderna e al nome anglofono' Bisogna fare un salto al di là dell'oceano e arrivare negli Stati Uniti, dove il gioco riscuote un certo successo, grazie anche a una regola che non era presente nella vecchia Europa: se si realizzava un 21 con l'asso e il jack di picche, la vincita del giocatore veniva decuplicata. L'usanza fu presto abolita ma la popolarità del gioco restò legata al nome americano.



Il blackjack ha continuato ad aumentare la propria fama, fino a diventare uno dei giochi più diffusi anche nella nostra epoca. Da sempre presente nei casinò, al giorno d'oggi è presente anche in versione online e il fascino del gioco è rimasto immutato nonostante il matrimonio con la tecnologia. In alcune sale da gioco particolarmente evolute, il blackjack è disponibile anche in versione live, ovvero giocabile direttamente con un croupier collegato via webcam.


Le vincite più importanti


Nella storia del casinò e del blackjack molte storie vengono ingigantite tanto da diventare leggende. In molti cercano di mantenere il proprio anonimato ma alcune imprese hanno poi raggiunto una certa fama e ancora oggi vengono raccontate dagli appassionati. Una di queste è quella di Don Johnson, un informatico specializzato in sistemi legati alle corse di cavalli, che nelle sue sortite nei casinò avrebbe accumulato qualcosa come 15 milioni di dollari. A farne le spese sono stati Casino come il Borgata, il Caeser e il Tropicana, che negli anni gli avrebbero anche concesso delle condizioni favorevoli visti gli importi che Johnson metteva sul tavolo: per esempio aveva una riduzione del 20% sulle perdite e aveva imposto l'obbligo ai dealer di stare con un 17 soft.



Un'altra delle leggenda del blackjack è Jerry Parker, un miliardario australiano con la passione per il tavolo verde, che a cavallo da tra gli anni Novanta e il Duemila ha messo a ferro e fuoco i casinò americani. Per lui si parla di grandi vittorie di grandi perdite, tutte ovviamente non verificabili in modo certo. Fatto sta che per lui si parla di cifre davvero fuori da ogni immaginazione: si dice che in un casinò del Nevada sia riuscito a portarsi a casa una cifra compresa tra i 20 e i 40 milioni di dollari in appena quaranta minuti, grazie a mani da duecentocinquantamila dollari alla volta. Nel suo curriculum ci sarebbe anche la chiusura del casinò Aspinall, in seguito alle ingenti perdite registrate dalla casa da gioco nei confronti di Parker.


Il Blackjack Ball




Immaginate una stanza, in un luogo segreto, nel quale si riuniscono i migliori giocatori di blackjack del mondo. C'è una persona che non solo l'ha immaginato ma l'ha anche realizzato: Max Rubin, inventore della Blackjack Hall of Fame, organizza ogni anno una sorta di ritrovo dei migliori player del pianeta, che devono affrontare numerose prove di abilità nel gioco (conoscenza tecnica, capacità di contare le carte, capacità strategiche, nozioni storiche e altri quiz) che servono proprio a determinare quali giocatori siano degni di entrare nella Hall of Fame. C'è anche un premio che viene assegnato al vincitore, ovvero la Grosjean Cup, intitolata a James Grosjean, giocatore che ha vinto tre volte la competizione e al quale è stata successivamente interdetta la partecipazione, proprio perché troppo titolato.